Ham Radio con IN3JJI 

11/03/2012

L'intervista che andrete di seguito a leggere ha lo scopo di raccontare - nei limiti dello spazio a ns. disposizione - alcuni momenti della storia di un Radioamatore che dopo anni di esperienza riesce ancora a trasmettere la "voglia di fare radio" a 360°, il tutto accompagnato da un entusiasmo mai sopito.

Il nominativo (per fortuna non l'unico) saltato fuori dal cilindro è quello di ... IN3JJI Stefano.


D        Stefano, quando e come nasce la tua passione per il mondo HAM e che "tipo" di OM ti definisci? 

R: Diversamente dalla maggioranza dei colleghi la mia entrata nel mondo radioamatoriale è avvenuta abbastanza tardi quando, cioè, avevo appena maturato gli “anta”. Il tutto iniziò in modo banale con l’acquisto di una coppia di portatili giocattolo per mio figlio Nicola. La matricola 78-0921 indica da quando sono iscritto all’ARI anche se per motivi vari il nominativo vide la luce solo il 15 maggio 1981. Durante i tre lunghi anni d’attesa ho operato come secondo operatore di Renzo IN3RZB (SK), partecipando a numerosi contest nell’ambito delle VHF. Perché le VHF? Vi siete mai domandati perché ci s’innamora? Se sì allora capirete che una vera ragione non la si trova ... ci s’innamora e basta. Credo di non appartenere ad uno specifico tipo di OM. Pratico, o meglio ho praticato, la fonia, Cw, Rtty, sia via tropo quanto via satellite ed ultimamente i modi digitali (che impegnano decisamente meno).


D: Un breve accenno alla tua RadioAttività.

Diversamente dalla maggioranza dei colleghi la mia entrata nel mondo radioamatoriale è avvenuta abbastanza tardi quando, cioè,
avevo  appena maturato gli “anta”. Il tutto iniziò in modo banale e cioè con l’acquisto di una coppia di portatili giocattolo
per mio figlio Nicola.  La matricola 78-0921 indica da quando sono iscritto all’ARI anche se per motivi vari il nominativo vide
la luce solo il 15 maggio del 1981. Durante i tre lunghi anni d’attesa  ho operato, come secondo operatore di Renzo IN3RZB (SK),
partecipando a numerosi contest nell’ambito delle VHF.

R: L’avanzare dell’età e gli immancabili conseguenti acciacchi mi hanno indotto a diventare più tranquillo e dalle frequenze alte che obbligavano al /P sono passato alle HF e le relative “comodità”.  Il mio palmares HF non è di certo prestigioso essendomi fermato attorno alle 280 entità collegate ma il poco tempo dedicato giustifica tale stato di cose. Proprio in questi giorni sul tetto è spuntata una piccola loop che copre anche i 40m e sto riscoprendo questa banda anche se prevedo future sporadiche puntate nelle rarefatte atmosfere delle VHF… il primo amore non si scorda mai.


D: I radioamatori di ieri-oggi-domani: come li vedi?

R: I radioamatori di ieri quanto quelli di oggi paiono eguali salvo che i primi hanno vissuto tempi diversi. Mi auguro che il variegato mondo radioamatoriale tenga sempre presente gentilezza ed educazione unitamente al desiderio di progredire nella “conoscenza”. Vi pare poca cosa?


D: Conosciamo bene la tua passione per il mondo delle V-UHF. Raccontaci la tu  a esperienza.

R:  2m e 70cm hanno contrassegnato la mia attività per 13 anni sino al 1991 quando decisi di lasciare l’avventura dei contest validi per i trofei ARI, il riconoscimento più importante delle VHF e sup che si articola in 5 uscite all’anno. I risultati non sono mancati  specialmente in 70cm ove negli anni 1987/88/89 mi classificai primo nella cat. SSB e nella cat. CW negli anni '87 e '88.  In 2m dal 1982 al 1986 sono riuscito a raggiungere il podio ma qui la concorrenza era davvero dura. Il fascino di queste operazioni sta anche nel fatto che ogni uscita è una Dx-pedition in sedicesimo con tutto quello che ne consegue specie se le uscite sono in solitaria; wx avverso in montagna è cosa che s’incontra molto spesso ma neve, pioggia, vento non hanno mai sopito il piacere dell’uscita.  Un’antenna 9 el. auto costruita, una batteria da 45A, Icom veicolare, Passo Coe, una nevicata degna del mese in cui si svolgeva il contest (dicembre), un paletto da 3 m. vicino al finestrino aperto per consentire la rotazione strettamente a mano sono i ricordi della prima uscita. Pochi collegamenti, molto freddo ma tutto ciò riscalda il cuore ancor più di uscite molto ma molto più soddisfacenti in termini di risultati.


 

D: Sei il Responsabile della ns Sala Radio ed il QSL Manager di IQ3TN; parlaci di loro ed a corredo, un QSO/QSL della tua attività che ricordi in particolare.

R: IQ3TN è oggi ben rappresentata per merito dell’entrata di “giovani leve” che con passione e dedizione fanno sentire la sua voce con una certa frequenza. Dopo i primissimi tempi un pochino soporiferi, la stazione è riuscita a coinvolgere un certo numero di soci ma la cosa, mi sia concesso di dire, non soddisfa appieno. In attesa di chiarire le attuali problematiche logistiche, vedremo di ripristinare la sala radio, varando con serenità un piano di partecipazione ai contest. Per quanto concerne i Qso, invece, mi rimane impresso quello che ebbi modo di concludere in 20m con un Om statunitense della costa ovest ma che ascoltavo – ed ero ascoltato – con un segnalino piccolo piccolo. Il fatto curioso è che avevo “accordato” la 11 el. dei 2m anziché la 3 elementi HF… con la propagazione di oggi la cosa non sarebbe stata possibile ma eravamo nei meravigliosi anni ’90. QSL speciale? Tutte quelle che ricevo fanno piacere e non ne ho una preferita ma indubbiamente quelle dei paesi esotici emanano un certo fascino.


QRT da parte nostra anche per questa intervista, non dimenticandoci di ringraziare "Juliet-Juliet-India" per il piacevole colloquio, corredato come sempre da alcune foto a seguire.